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24 Novembre 2016OPHELìA
22 Febbraio 2017“Fin dall’antichità la stella è sempre stata un segno e un disegno, un simbolo legato al cielo, emblema della lotta fra la luce e le tenebre, del conflitto fra spirito e materia. Attraverso l’oscurità della notte, le stelle sono fari proiettati nell’inconscio.”
H501 si avvicina nuovamente alla valorizzazione di artisti emergenti producendo l’opera di Fabrizio Cicero LaNotteS’Avvicina, significativa istallazione site-specific realizzata con luminarie tradizionali che è stata presentata giovedì 1 dicembre 2016 presso la Sala santa Rita.
L’istallazione LaNotteS’Avvicina, a cura di Lori Adragna, si inserisce nel programma di Autunno Contemporaneo, promosso dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali e Turismo, Ufficio Programmazione e Gestione Spazi Culturali ed è realizzato in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Nella sua opera l’artista siciliano lavora sul filo sottile ed eterno che lega spensieratezza ed orrore, dando vita ad apparizioni metafisiche che squarciano il velo canonico e rassicurante della quotidianità. L’installazione inedita di stelle luminarie, realizzata per la Sala Santa Rita, si inserisce nell’atmosfera gioiosa del Natale rivelando al contempo dramma e rottura. Le sette comete composte da lampadine a incandescenza atterrano al suolo, corrompono l’idillio festivo e giungono a minare l’integrità fisica e spirituale dello spazio circostante. Mucchi di terra smossa emergono dal marmo divelto, le luci della festa invadono l’atmosfera densa di sacralità dell’antica chiesa barocca. Le comete, perturbazioni del moto costante dei cieli, perpetuano il proprio ruolo di annunciare cambiamenti, catastrofici o salvifici come nella tradizione messianica. Stelle come fari proiettati nell’inconscio, emblema della lotta tra luce e tenebre, del conflitto tra spirito e materia. La loro luce è coscienza che rivela, manifesta, suscita la visione.
L’artista ricostruisce attraverso la memoria, tra sogno e incubo, un vissuto d’infanzia: “un ricordo triste, un mantello nero che avvolgeva la mia cittadina siciliana in una notte ben precisa subito dopo la Befana…era il 1993. Le luminarie erano ancora accese e residui di festa volteggiavano nell’aria; ma tutto era finito, si doveva tornare a scuola e anche noi piccoli sapevamo che le gerarchie e gli equilibri mafiosi venivano regolati col nuovo anno”.
È così che, in un sistema di produzione creativa che conserva intatta la visionarietà e la leggerezza della fantasia di un bambino, le forme prendono vita e le proiezioni mentali si trasfigurano in una scena teatrale di oggetti concreti. Come nei precedenti lavori di Cicero compare qui un riferimento alla “Mafia”, oltre che nell’accezione critica di neoplasia sociale, come rappresentazione di un’intima forza oscura. Un mostro archetipo dell’inconscio che, avvelenando emozioni e sentimenti, vive dentro noi celandosi nel segreto e nell’oscurità. E che teme solo la luce.
LaNotteS’Avvicina
installazione di Fabrizio Cicero
a cura di Lori Adragna
Prodotto da Andrea Schiavo | H501 srl
presso Sala Santa Rita, via Montanara (ad. Piazza Campitelli)